In questo periodo dell’anno è possibile vedere grandi e chiassosi stormi di grossi uccelli che volano in formazione a V: le gru cenerine in migrazione.
La gru cenerina (Grus grus) è uno degli uccelli più grandi dell’avifauna europea, coi suoi 120 centimetri di altezza e un’apertura alare di 220 centimetri, e il suo peso può superare i 6 chilogrammi.
Le zampe e il collo sono molto lunghe, la coda è corta e a forma di pennacchio. Il becco è nero, non molto lungo, a forma di pugnale. La colorazione, come deducibile dal nome, è principalmente di un chiaro grigio-cenere e sul vertice della testa è presente un’area di pelle nuda rosso brillante.
In volo può essere confusa con l’airone cenerino, dal quale si distingue facilmente per il collo tenuto costantemente proteso in avanti e per le ali più "squadrate". Può essere confusa anche con le oche, anch'esse migranti in grandi stormi, ma in proporzione le oche hanno il collo più corto, le ali più tozze e il corpo più grosso.
Nei territori di nidificazione, le gru mettono in scena delle celebri “danze”, in cui saltellano fino a 4 metri di altezza, corrono in cerchio, raccolgono oggetti per poi lanciarli in aria e riprenderli, sbattendo ali e zampe.
Migratore di lungo raggio, nidifica nella parte più settentrionale dell’Eurasia e in Anatolia, per poi svernare nell’area mediterranea, corno d’Africa, India e Cina.
Raramente si possono osservare singoli individui durante la migrazione, spesso si vedono stormi di 50-100 individui solcare il cielo nella tipica formazione a V. Più raramente possono crearsi stormi di migliaia di individui.
È più probabile avvistare uno stormo durante le giornate nuvolose, quando le gru sono obbligate a volare più basse. Spesso si spostano in voli notturni e sono sempre annunciate dal loro chiassosissimo verso: "gruuu, gruuuu..."
In Italia la gru cenerina è un migratore regolare e svernante, con qualche migliaio di individui. Molto conosciuti dai birdwatcher sono gli stormi che svernano nelle Bonifiche del Mezzano in Emilia-Romagna e quelle delle Bonifiche del Vecchiano in Toscana. Altri individui possono svernare in Sicilia e in Puglia. Passano la brutta stagione in campi e prati alla ricerca di insetti, molluschi, piccoli rettili, anfibi, mammiferi e vegetali di cui nutrirsi.
È una specie molto longeva, potendo raggiungere i 50 anni in cattività.
Testo di Marco Vicariotto e Jessica Peruzzo
Foto di Mauro Fioretto e Santiago Lacarta
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