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I Falacrocoracidi e i Treschiornitidi del Vicentino


Phalacrocoracidae

I Falacrocoracidi sono uccelli acquatici di taglia medio-grande, con corpo allungato, coda e collo lunghi e becco forte e dritto, con punta uncinata. Le zampe, abbastanza corte e poste posteriormente al corpo, presentano tutte e quattro le dita palmate. Pur essendo animali esclusivamente ittiofagi e quindi trovandosi totalmente a loro agio in acqua, non possiedono un piumaggio impermeabile: devono perciò rimanere in acqua lo stretto necessario e poi mettersi ad asciugare al sole, con le ali aperte. Nidificano assieme in grandi garzaie.


Cormorano

Il cormorano (Phalacrocorax carbo) è un uccello acquatico di grandi dimensioni, di 94 centimetri di altezza con un’apertura alare di 149 centimetri e un collo lungo e robusto. Si presenta nero con riflessi bluastri e verdastri, collo lungo e robusto, così come il becco, che è provvisto di un uncino inclinato verso il basso. Gli occhi sono verde smeraldo; la base della mandibola è nuda e circondata da un’area di penne bianche. Durante la stagione riproduttiva sviluppa una macchia bianca sulla coscia e varie penne bianche sul vertice e sulla parte posteriore del collo. I giovani mostrano petto e ventre bianchi.

Gli esemplari che nidificano alle alte latitudini compiono brevi migrazioni, mentre nel Vicentino è sedentario. Si nutre di pesci, anche di taglia grande, e crostacei. Non più cacciato e attualmente protetto, la sua popolazione sta aumentando velocemente. Data la sua voracità può rappresentare un problema per gli allevamenti di pesci, che devono prevenire le sue incursioni utilizzando apposite reti di copertura delle vasche.



Marangone minore

Il marangone minore (Microcarbo pygmeus) è un uccello acquatico molto simile al cormorano, ma di dimensioni notevolmente inferiori, misurando solo 55 centimetri di altezza per un’apertura alare di 90 centimetri. Il collo è corto e la testa è piccola, il becco è corto, grosso e nero. Di aspetto generale nerastro con riflessi verdi e bronzei, normalmente la sua gola è bianca, ma quando “veste l’abito nuziale” il capo e collo risultano bruno rossiccio, con piccoli ciuffi di penne bianche. I giovani presentano colori più slavati e a volte il petto è biancastro. Sedentario, si nutre di piccoli pesci.

Nonostante il suo recente incremento numerico, questa specie è classificata come “quasi minacciata” dallo IUCN (2012), ritenendo la popolazione ancora troppo esigua per dichiararla fuori pericolo e temendo le azioni di bracconaggio e di disturbo antropico nelle garzaie dove nidifica.





Threskiornithidae

I Treschiornitidi sono uccelli trampolieri di media corporatura, con zampe e collo abbastanza lunghi, quest’ultimo tenuto proteso durante il volo. Il loro becco è molto specializzato; negli ibis è lungo, sottile e arcuato, mentre nelle spatole è largo e appiattito, dilatato all'estremità. Nidificano in garzaia; nel territorio vicentino sono segnalate quattro specie, di cui una sola, e in un solo caso, nidificante.


Mignattaio

Il mignattaio (Plegadis falcinellus) è un uccello di taglia medio-grande che può raggiungere i 65 centimetri di altezza con un’apertura alare di 105 centimetri. Il piumaggio è marrone porpora scuro, le ali sono di un particolare colore verde metallizzato. Le zampe, di colore bruno grigiastro, e il collo sono abbastanza lunghi; il becco, grigio scuro, è lungo e arcuato, incurvato verso il basso. In abito riproduttivo, capo e collo diventano molto scuri e si sviluppano due redini biancastre. Migratore di lungo raggio, raggiunge l’Europa a primavera per nidificare. Si nutre di insetti, piccoli anfibi e piccoli pesci.



Ibis sacro

L’ibis sacro (Threskiornis aethiopicus) è un uccello di taglia medio-grossa che può raggiungere gli 85 centimetri di altezza con un’apertura alare di 125 centimetri. Il corpo è bianco, in netto contrasto con collo e testa che mostrano la pelle nuda di colore nero; anche le lunghe zampe sono nere, così come il becco, massiccio e ricurvo verso il basso. Le ali sono bianche bordate di nero, molto ben visibile durante il volo. In abito riproduttivo, una parte inferiore dell'ala è nuda, di colore rosso brilllante. Animale sacro agli antichi Egizi, è ora estinto in Egitto ma naturalizzato in varie aree dell’Europa, probabilmente (ma, forse, non esclusivamente) aufugo dagli zoo.

Onnivoro, si nutre di invertebrati, anfibi, pesci, micromammiferi e uova, ma non disdegna le carogne e nemmeno i rifiuti nelle discariche. In buona parte d’Europa risulta essere inserito nei piani di abbattimento quale specie alloctona e invasiva, ma gli studi sulla sua dannosità sono ancora scarsi e talvolta ambigui.



Ibis eremita

L’ibis eremita (Geronticus eremita) è una delle specie di uccelli più minacciate del Paleartico. Un tempo molto diffuso nelle scogliere e nelle zone rocciose di Europa, Medio Oriente e Nordafrica, ha subìto una drastica diminuzione fino all’estinzione dei primi del secolo scorso. Attualmente allo stato selvatico sopravvivono circa 550 individui nelle zone più impervie del Marocco e della Siria.

In Europa è in corso un progetto di reintroduzione sulle Alpi condotto dal Waldrappteam, ed esistono diversi nuclei tenuti in semilibertà, come quello dell’Oasi dei Quadris di Fagagna, in provincia di Udine. Tramite il progetto Waldrappteam, gli ibis eremita vengono guidati nelle storiche rotte migratorie con un deltaplano dai quartieri di nidificazione delle Alpi (perlopiù in Austria) a quelli di svernamento nella Maremma Toscana. Alcuni individui più anziani stanno già compiendo questa migrazione autonomamente, guidando anche i giovani, e sostando in molte zone dell’Italia settentrionale e centrale. Non è raro vederne sostare anche nel Vicentino. Alto 80 centimetri con un’apertura alare di 135 centimetri, l’ibis eremita mostra una colorazione di fondo nera con riflessi verde metallico e marrone porpora. Le zampe, di colore rosso scuro, sono abbastanza corte. Il becco è rosso, lungo e sottile, arcuato verso il basso, utilizzato per scovare gli insetti del sottosuolo di cui si nutre. Capo e gola, di colore rosso scuro, sono nudi negli adulti. Dalla nuca parte un ciuffo di penne lunghe, più sviluppate negli adulti. Si nutre principalmente di insetti e occasionalmente di micromammiferi.



Spatola

La spatola (Platalea leucorodia) è un uccello di grandi dimensioni (93 centimetri di altezza per un’apertura alare di 135), caratterizzata dal tipico becco con la parte finale allargata “a spatola”. Di colore bianco, presenta un’estesa macchia fulvo-ocra alla base del collo e un ciuffo di penne allungate sul vertice della testa. Il becco è lungo, di colore nero alla base e giallo in corrispondenza della spatola. Le zampe sono nere.

Si distingue dagli aironi bianchi maggiori per il suo mantenere il corpo parallelo al terreno quando è posata e il collo disteso durante il volo, oltre ovviamente al becco molto diverso. Distintivo è anche il modo di pescare: la spatola, infatti, immerge completamente il becco in acqua, setacciando il fondo con movimenti oscillanti. Si nutre di piccoli pesci, anfibi e invertebrati.




Testo di Marco Vicariotto e Jessica Peruzzo

Foto di Marco Vicariotto e Jessica Peruzzo

Foto del mignattaio in colore di bwood708 da iNaturalist

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