Tritoni e salamandre del Vicentino
- Naturalisti Vicentini

- 11 ore fa
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Piccoli abitanti dell’acqua e del bosco, tritoni e salamandre custodiscono segreti antichi e un ruolo fondamentale negli ecosistemi. Conosciamoli!
Gli anfibi furono i primi vertebrati a colonizzare le terre emerse, raggiungendo in alcuni periodi storici anche il continente antartico. Attualmente si conoscono oltre 8.000 specie, suddivise in tre ordini: Anura, Urodela e Apoda.
La maggior parte di esse necessita, per completare il proprio ciclo vitale, sia dell’ambiente acquatico sia di quello terrestre; tuttavia, alcune specie sono legate per tutta la vita a un solo ambiente: è il caso di due anfibi presenti anche nel Vicentino, la salamandra alpina (Salamandra atra), esclusivamente terrestre, e il proteo (Proteus anguinus), interamente acquatico.
Nel territorio vicentino sono presenti sei specie di urodeli, appartenenti a due famiglie principali:
Famiglia Salamandridae
Tritone crestato (Triturus carnifex)
Tritone punteggiato o comune (Lissotriton vulgaris meridionalis)
Tritone alpestre o alpino (Ichthyosaura alpestris alpestris)
Salamandra pezzata (Salamandra salamandra salamandra)
Salamandra alpina (Salamandra atra), con due sottospecie: S. a. aurorae e S. a. pasubiensis
Famiglia Proteidae
Proteo (Proteus anguinus)
Tritone crestato
È la specie di tritone più grande presente in Italia, diffusa in tutto il territorio nazionale ad eccezione delle aree alpine più settentrionali e delle isole. Nel Vicentino la sua distribuzione è frammentata e localizzata: si rinviene dalla pianura alle zone collinari e prealpine. Frequenta diversi tipi di acque relativamente profonde – pozze d’alpeggio, stagni, rogge, fossati con tratti d’acqua ferma, laghetti, aree di risorgiva, cisterne artificiali e zone golenali dei fiumi Astico e Brenta.
Negli ultimi anni, in pianura, la sua presenza è in diminuzione a causa della trasformazione del territorio agricolo e urbano, che ha comportato la scomparsa di numerosi microambienti riproduttivi.
Il maschio raggiunge i 15 cm, mentre la femmina può arrivare eccezionalmente a 21 cm.In fase terrestre il dorso è bruno scuro o nerastro; nella livrea nuziale diventa più chiaro con macchie irregolari, mentre il ventre è giallo-aranciato con chiazze scure. La gola è punteggiata di bianco su fondo scuro.
Nel periodo riproduttivo il maschio sviluppa una cresta dorsale e caudale dentellata, molto vistosa, che scompare quasi del tutto in fase terrestre; ai lati della coda compare una banda biancastra. Le femmine hanno colori più tenui e meno contrastati, con una linea dorsale gialla nella fase terrestre.
Si nutre prevalentemente di invertebrati, ma larve e giovani possono cibarsi anche di uova e larve di altri anfibi. La riproduzione inizia a fine inverno nelle aree di pianura e più tardi, in primavera inoltrata, in quota. Le uova vengono deposte singolarmente su piante acquatiche o detriti sommersi. Durante l’estate e fino all’inverno gli adulti vivono in ambiente terrestre, spostandosi di notte e rifugiandosi in cavità umide sotto tronchi, pietre o radici.
Tritone alpestre
È presente in Italia con tre sottospecie: Ichthyosaura alpestris alpestris e I. a. apuana nel centro-nord, e I. a. inexpectata nelle aree montuose della Calabria settentrionale.
Nel Vicentino è ben diffuso nelle zone collinari e montane, mentre è assente in pianura e sui Colli Berici. Sopra i 1.400 m è la specie di tritone più comune.
Durante il periodo riproduttivo frequenta vari tipi di corpi idrici, anche poco ossigenati (pozze d’alpeggio, lavatoi, abbeveratoi, cisterne, fossati e piccoli torrenti con zone di acqua ferma).
Raggiunge i 12 cm di lunghezza. La femmina è più grande e tozza, il maschio più snello e longilineo. Nel periodo riproduttivo il maschio mostra toni azzurri e violacei sul dorso, con una cresta giallo-nera alta circa 2 mm su dorso e coda; i fianchi sono argentei con macchie nere. La femmina, priva di cresta, è grigio-marrone marmorizzata. In entrambi i sessi il ventre è giallo o rosso vivo.
Fuori dal periodo riproduttivo gli adulti assumono colorazioni più scure, mantenendo però il ventre aranciato. La riproduzione avviene tra fine inverno e autunno inoltrato, variando con l’altitudine. Le uova vengono deposte su piante acquatiche o altri supporti sommersi; le larve possono svernare in acqua e completare la metamorfosi l’anno successivo (ciclo biennale).
Si nutre di invertebrati, uova e larve di altri anfibi; le larve predano plancton e piccoli invertebrati. Sverna in rifugi simili a quelli delle altre specie di tritone.
Tritone punteggiato
In Italia è presente con due sottospecie: Lissotriton vulgaris meridionalis (diffusa nel centro-nord) e L. v. vulgaris (limitata al Friuli nord-orientale). Nel Vicentino si rinviene in pianura e bassa collina fino a circa 300 m di quota, in pozze, fossati e piccole raccolte d’acqua ferme e ricche di vegetazione.
Raggiunge i 10 cm di lunghezza, con corpo affusolato e dimorfismo sessuale evidente anche fuori dal periodo riproduttivo. Il maschio presenta un dorso bruno-oliva con piccole macchie scure e una cresta poco pronunciata; la gola è chiara, punteggiata di scuro, e il ventre giallastro o arancio pallido. La femmina è più robusta, con colorazione brunastra uniforme.
Il ciclo riproduttivo inizia tra fine inverno e primavera; le uova vengono deposte singolarmente o in piccoli gruppi. Gli adulti abbandonano l’acqua a fine primavera, mentre le larve metamorfosano tra fine estate e autunno. Si nutre di invertebrati e uova di altri anfibi.
Come per le altre specie, può verificarsi neotenia, cioè il raggiungimento della maturità sessuale mantenendo tratti larvali. La fecondazione avviene tramite spermatofora, depositata dal maschio e raccolta dalla femmina con la cloaca.

Salamandra pezzata
In Italia è presente con due sottospecie: Salamandra salamandra salamandra al nord e S. s. gigliolii lungo l’Appennino, dalla Liguria alla Calabria.
Nel Vicentino occupa aree collinari e montane fino a circa 1.000 m, risultando più rara in zone carsiche. Predilige valli con ruscelli, ma utilizza anche raccolte d’acqua artificiali come lavatoi, fontane e cisterne alimentate da sorgenti.
L’adulto può superare i 20 cm (fino a 30 cm). Ha corpo massiccio, testa grande con evidenti ghiandole parotoidi, zampe corte e robuste. Il dorso è nero lucido con macchie gialle di forma e dimensione variabile; più raramente le macchie tendono al rosso-arancio.
È una specie ovovivipara: la femmina trattiene le uova fino alla schiusa e partorisce larve già sviluppate con branchie esterne. La metamorfosi avviene nello stesso anno o in quello successivo. Attiva soprattutto di notte o durante le piogge, si rifugia in cavità umide nei periodi freddi o secchi. Si nutre di invertebrati terrestri e acquatici.
Salamandra alpina
Specie tipica delle regioni alpine del nord Italia (Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli), presente tra i 1.000 e 2.000 m di quota.
Vive in ambienti umidi e freschi, boschi misti e vallette ombrose con substrato poroso. Nel Vicentino è rappresentata da due sottospecie, gli unici due endemismi in Italia:
Salamandra atra aurorae, presente in una ristretta area boscata dell’Altopiano dei Sette Comuni,
Salamandra atra pasubiensis, presente in ripidi canaloni del versante sud del massiccio del Pasubio.
Non utilizzano corpi idrici per la riproduzione.
L’adulto raggiunge i 15 cm, con corpo più snello della salamandra pezzata. S. a. aurorae ha colorazione nera lucida con macchie giallo paglierino sul dorso di forma variabile; in S. a. pasubiensis le macchie sono ridotte o assenti, rendendo l’animale quasi completamente nero.
È una specie ovovivipara: dopo una gestazione di 2–4 anni, la femmina partorisce 1–6 piccoli già metamorfosati. Si nutre di invertebrati terrestri ed è attiva da tarda primavera a fine estate, soprattutto di notte o durante forti piogge. Sverna in cavità sotterranee.
Proteo
È l’unico anfibio cavernicolo d’Europa. In Italia vive nel Carso triestino e goriziano, nelle risorgive dei fiumi Timavo, Isonzo e Vipacco. Una popolazione introdotta si è acclimatata e riprodotta anche nelle Grotte di Oliero (Valstagna).
È un urodelo pedomorfico, che mantiene caratteristiche larvali anche da adulto. Ha corpo allungato e snello, pelle priva di pigmento di colore rosato, testa affusolata con branchie esterne evidenti e occhi atrofizzati. Raggiunge i 30 cm e può vivere oltre 60 anni, grazie al metabolismo molto lento dovuto alla carenza di nutrimento in grotta.
Si riproduce tra gennaio e giugno in ambienti acquatici sotterranei: il maschio depone una spermatofora raccolta dalla femmina, che poi depone 20–60 uova sotto rocce o in cavità protette, sorvegliandole fino alla schiusa (dopo 80–140 giorni).
Gli adulti si nutrono di piccoli invertebrati, crostacei e molluschi, mentre larve e giovani di batteri e sostanze organiche.

Testo e foto di Mauro Fioretto; foto di S. a. pasubiensis di Lucio Bonato; foto del proteo di Arne Hodalič





















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