Il gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes) è un crostaceo decapode (con dieci paia di zampe) d'acqua dolce di forma tozza e dal carapace robusto. Può raggiungere gli 11–12 cm di lunghezza e i 90 grammi di peso.
Il primo paio di zampe sono chele molto robuste, che servono per afferrare le prede e nei combattimenti. Al secondo e terzo paio di zampe presenta due chele più piccole, che gli servono per portarsi il cibo alla bocca. Il torace è allungato e termina con un rostro appuntito, alla base del quale si trovano i peduncoli oculari. L’addome è lungo e potente, terminante con il telson. Questo, chiuso repentinamente a scatto, permette all’animale di fuggire velocemente all’indietro. Il dimorfismo sessuale è molto lieve, i maschi adulti sono sensibilmente più grandi delle femmine.
Vive in torrenti e ruscelli con acque fresche, con temperatura media di 15 gradi. Predilige fondi ghiaiosi, ma necessita di cavità o fratture dove potersi riparare. È un animale notturno che si nutre di qualunque cosa: alghe, piante acquatiche, vermi, molluschi, larve di insetti ed eventuali carogne che si trovano nel torrente. Risulta particolarmente aggressivo nella difesa del territorio nei confronti di altri esemplari, infatti non è difficile ritrovare esemplari mutilati di una delle due chele.
L’accoppiamento avviene in autunno. La femmina porta un centinaio di uova attaccate all’addome per 5-6 mesi, in primavera le uova si schiudono e le larve rimangono ancora attaccate all’addome della madre per qualche tempo.
In natura i gamberi hanno molti predatori. Allo stadio larvale risultano particolarmente apprezzati dalle voraci larve di libellula e dai ditischi, mentre da adulti entrano a far parte del menù di trota, persico sole, persico trota, anguilla e cavedano, oltre a molti uccelli trampolieri.
Il gambero di fiume è inserito nella Lista Rossa dello IUCN ed è classificato come “Endangered” ossia in pericolo di estinzione, a causa di una riduzione della popolazione superiore al 50% osservata negli ultimi 10 anni. Le principali cause di declino sono l’inquinamento organico, che diminuisce il tenore di ossigeno nelle acque, e quello inorganico, dovuto principalmente ai metalli pesanti contenuti negli anticrittogamici, oltre alla rettificazione dei corsi d'acqua, la cementificazione e gli scarichi fognari. A questi fattori dobbiamo sommare anche l’introduzione di specie alloctone, soprattutto l’ormai noto gambero rosso della Louisiana o gambero killer (Procambarus clarkii), che ne riducono il territorio e hanno portato nuove malattie sconosciute alla nostra specie autoctona, oltre a essere più robusti e aggressivi. Altre specie alloctone introdotte nei ruscelli e nei torrenti, come la trota iridea, e i vari ripopolamenti ai fini di pesca sportiva, contribuiscono alla costante scomparsa di questo gambero, le cui uova e larve vengono mangiate in quantità da questi pesci.
Testo di Marco Vicariotto e Jessica Peruzzo, foto di Jessica Peruzzo

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